AND THE WINNER IS…
È con grande piacere che
presento, in questa pagina, la foto vincitrice del concorso fotografico Efoplistis – Hellenic Seaways, foto che mi ha fruttato un viaggio a Chios.
Chiunque mi conosce, di persona o comunque ha
frequenti rapporti con me, sa che non amo “incensarmi” e che anzi
sono una persona modesta; posso solo dire che questa è l’ennesima
perla di un 2006 che, dal punto di vista navale, per me è stato un anno
eccezionale, che mi ha consentito di celebrare degnamente i miei 20 anni di
passione marittima (quante navi, dalla “Ionian
Star” nell’estate 1986 alla “Moby Drea” il 25 giugno ultimo scorso…) e che spero
di poter concludere ancora meglio. I presupposti non mancano, mi auguro che
tutto vada per il verso giusto. E questa vittoria penso
di essermela ampiamente meritata. Non tanto per la
foto: spesso l’impegno non basta, e sicuramente la mia sarebbe
stata una bella foto e nulla più se l’amico “Jonathan Livingstone” non
avesse deciso, proprio in quel momento, di passare dentro il mio obiettivo, per
giunta anche nella posizione migliore. Un po’ più in basso e
avrebbe coperto la “Nissos Mykonos”,
appena uscita da Pireo per Chios e Mytilene, io avrei cancellato la foto e sarei tornato un
po’ arrabbiato al mio frappè che mi
attendeva in un bar di Piraiki. Io questo premio lo
sento come un riconoscimento per il bambino che imparava a memoria sui depliant
(internet? E che è?) gli orari e le flotte di Strintzis,
Marlines, ANEK, Ventouris Ferries, per il bambino che, ad Heraklion, dopo foto e foto ai palazzi Minoici, davanti
alla “Crown M” pensò: “E se cominciassi a fotografarle
le navi?”. Ha vinto quel bambino che, nel 1992 spese 210.000 lire per
acquistare una Yashica ottica fissa con cui avrebbe
cominciato quello strano hobby, che riempiva il diario con disegni di navi
inventate, che nel 1993 ad Ancona, ironia della sorte, fotografò per
prima proprio la nave che gli fece venire l’idea, la “Crown
M”, ha vinto il ragazzo che, nel 2000, scoprì per caso su internet
che esistevano siti che parlavano di navi, piene di
foto di veri colossi galleggianti, le Viking, le Silja, le Color, ma che ignoravano la “Ionian Island”, la “Candia”, la “Patmos”.
E perché? Anche loro meritavano spazio,
così siamo partiti alla ricerca di quello spazio che, da un provider dopo l’altro, alla fine è arrivato in
adriaticandaegeanferries.com . Per questo è una
bella vittoria. Ma, essendo io quello che si definisce uno “shipspotter”, io credo questa sia anche una vittoria
dello “shipspotting”,mondo
al quale del resto si rivolgeva il concorso stesso lanciato da Efoplistis e da Hellenic Seaways. Bella iniziativa, da una
parte è come se si volesse “legittimare” il mondo dello Shipspotting. E sarebbe pure ora: da qualche tempo ormai
fotografare le navi potrebbe essere annoverato tra gli sport olimpici, quanto
è diventato difficile: porti “sigillati”, guardie giurate
dallo zelo tanto sconfinato quanto incomprensibile, innocue foto a un salone vietate in nome della sicurezza. Quale
sicurezza? Questo non ci è dato saperlo, ma
nella follia generale seguita al terrorismo portato avanti da qualche idiota
che, anziché godersi i soldi fino alla settima generazione, deve convertire
mezzo mondo e rafforzato da altri idioti che, anziché lasciare questi
soggetti alle loro miserie, si dilettano a giocare agli “sceriffi”,
provocandone l’ira, pare sia più pericoloso uno che si presenta
con macchina fotografica in mano, magari pure disposto a farsi identificare,
piuttosto che un passeggero pagante, che magari imbarca un’autovettura in
stivetta carica di esplosivo e magari la fa saltare
in viaggio. Del resto, se qualcuno se lo fosse scordato, i terroristi
dell’11 settembre, erano viaggiatori paganti IN PRIMA CLASSE, non “jetspotters”, ammesso che esistano…e poi, un
conto credo sia fotografare un ponte di comando di una
nave, cosa che, posso capire, provochi riserve, altra fotografare un
ristorante, o un negozio. Oggi come oggi la nave è un mezzo di trasporto
per moltissimi aspetti non competitivo con tante alternative,
ma tanti amano viaggiarci comunque perché la nave è
un’emozione, e per questo chi ama la nave deve poterla vivere in liberta.
Perché allora non cercare di rendere la vita
più facile agli shipspotters? Io credo
dovremmo e chiunque volesse aiutarmi in questa campagna scriva pure a mlulurgas@hotmail.com
, io provvederò a pubblicare i vostri messaggi, e vediamo se
riusciamo a far capire questo a chi è contro lo shipspotting!